La fede: guarigione del corpo e dai peccati

La fede: guarigione del corpo e dai peccati

Gesù opera miracoli che donano salute fisica, ma servono a indicare la salvezza

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni.
(Dalla liturgia).

I due miracoli raccontati nel brano di vangelo di oggi ci mostrano Gesù che agisce, toglie la malattia, ridona la vita. Ma il suo agire è legato alla fede. I Padri della Chiesa dicevano che come il magnete attira il ferro, come i corpi talvolta si attirano tra loro, così la fede attira la potenza di Dio. E’ la fede di chi chiedeva che ha fatto sì che l’emorroissa guarisse dal suo male e la fanciulla morta tornasse alla vita.

Le due persone beneficate da Gesù si trovano in quelle condizioni particolarmente difficili, nelle quali è quasi impossibile non perdere la speranza. La donna affetta da emorragia è una donna che soffriva da tanti anni senza vedere un minimo miglioramento, anzi, benché assistita da medici, ha visto la malattia progressivamente peggiorare; il padre della figlioletta si trova davanti ad una situazione senza via d’uscita: gli dicono che sua figlia è morta. In queste situazioni è difficile mantenere la fede.

Ma il Signore la fede la chiede lo stesso: «non temere, soltanto abbi fede!» dice al padre della bambina morta. Non basta incontrare Gesù, anche toccarlo (molta persone – secondo la testimonianza dei suoi apostoli – lo avevano toccato, ma non ne hanno avuto alcun beneficio): quello che ha giovato a Giairo e all’emorroissa, quello che ha fatto la differenza è la fede, intesa come la serena sicurezza che il Signore ci vuole aiutare, e che lo può fare. È un monito per noi, perché nei momenti di difficoltà, anche quando sembra che sperare sia diventata una cosa inutile, non ci facciamo vincere dalla paura, ma alimentiamo la nostra fede.

Chiediamo al Signore di aumentare la nostra fede in lui, perché credendo possiamo sperimentare nei fatti quanto ci vuole bene.

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