Avvicinare Gesù significa cercarlo per conoscerlo

La vicinanza col Cristo è soprattutto quella del cuore

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

(Dalla liturgia)

Erode sente parlare di Gesù, e si interroga su di Lui. Anche perché la gente ne parla tanto, facendo le ipotesi più varie.

Erode cercava di incontrare Gesù, quantomeno di vederlo. Questa è una cosa buona. Quello che non è buono è che lo fa solo per curiosità. E questo non gli permette di capire nulla di Gesù. Quando qualche anno dopo (il venerdì santo) Erode incontrerà Gesù mandatogli da Pilato, non capirà nulla di Lui. Infatti Erode rimanderà Gesù a Pilato dopo averlo sbeffeggiato.

Avvicinarsi a Gesù, alla Chiesa, alle cose di Dio solo per curiosità, non porta alcun frutto. Il desiderio autentico di conoscere le Dio, di conoscere Gesù, di conoscere le cose di Dio invece porta frutto. Perché porta alla vera conoscenza di Dio, che ci porta a capire che ascoltare la sua parola senza tentare di metterla in pratica non serve a nulla, ci porta alla vera conoscenza di Dio, che genera l’amore per Lui e per il prossimo, e piano piano porta frutti di bene nella nostra vita.

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